8 agosto, 2023

COMUNITÀ INTERNAZIONALE BAHAI: Promuovere i Sistemi Alimentari alla Luce del Principio di Unità

Indice

  1. Introduzione
  2. Il Sistema Alimentare Globale: Sfide e Opportunità
  3. Il Principio di Unità e la Sua Rilevanza per i Sistemi Alimentari
  4. Sistemi Alimentari Giusti, Sostenibili e Resilienti: Partenariato UA-UE
    • 4.1 Esaminare le Assunzioni nelle Pratiche e nelle Politiche Agricole
    • 4.2 Riconsiderare Prosperità e Sviluppo
    • 4.3 Comprendere la Relazione Storica tra Europa e Africa
  5. Riconsiderare l’Ordine Alimentare Globale: Una Prospettiva Globale
  6. Approccio Collaborativo alle Sfide Sistemiche
    • 6.1 Condivisione di Prospettive tra Continenti
    • 6.2 Scambio Multidirezionale di Conoscenze
  7. Il Ruolo della Comunità Internazionale Bahai
  8. Conclusione
  9. Domande Frequenti

COMUNITÀ INTERNAZIONALE BAHAI: Promuovere i Sistemi Alimentari alla Luce del Principio di Unità

L’impegno nel creare un sistema alimentare globale giusto e sostenibile, capace di nutrire l’intera popolazione mondiale, richiede di affrontare non solo le preoccupazioni immediate sulla sicurezza alimentare, ma anche di esaminare le complessità sistemiche dell’ordine alimentare mondiale. Questo sforzo è guidato dal principio dell’unità dell’umanità, che costituisce la base di una dichiarazione congiuntamente preparata dagli Uffici di Addis Abeba e Bruxelles della Comunità Internazionale Bahai (CIB) e presentata alla 5ª Conferenza Ministeriale dell’Unione Africana (UA) – Unione Europea (UE) sull’Agricoltura a Roma.

Il Sistema Alimentare Globale: Sfide e Opportunità

Il sistema alimentare globale esistente affronta sfide complesse come l’insicurezza alimentare, la distribuzione disuguale e il degrado ambientale. Questi problemi sottolineano l’urgenza di ripensare i sistemi alimentari da una prospettiva olistica che va oltre gli approcci convenzionali.

Il Principio di Unità e la Sua Rilevanza per i Sistemi Alimentari

Il principio di unità, concetto fondamentale della fede Bahai, sottolinea l’interconnessione di tutte le persone e l’unità dell’umanità. Questo principio spirituale offre una guida per affrontare la complessa rete di sfide all’interno del sistema alimentare globale.

Sistemi Alimentari Giusti, Sostenibili e Resilienti: Partenariato UA-UE

4.1 Esaminare le Assunzioni nelle Pratiche e nelle Politiche Agricole

La dichiarazione sottolinea l’importanza di esaminare criticamente le assunzioni alla base delle pratiche e delle politiche agricole. Ciò implica andare oltre le prospettive locali e adottare una visione globale che tenga conto delle diverse esigenze delle diverse regioni.

4.2 Riconsiderare Prosperità e Sviluppo

Ridefinire la prosperità e lo sviluppo è essenziale. Oltre alle metriche economiche, va posta enfasi al benessere olistico, all’equilibrio ecologico e all’equità sociale all’interno dei sistemi alimentari.

4.3 Comprendere la Relazione Storica tra Europa e Africa

Riconoscere la relazione storica tra Europa e Africa getta luce sulle dinamiche che hanno plasmato i sistemi alimentari. Affrontare gli squilibri storici e favorire partenariati collaborativi sono essenziali per un cambiamento sostenibile.

Riconsiderare l’Ordine Alimentare Globale: Una Prospettiva Globale

La dichiarazione incoraggia una riconsiderazione globale dell’ordine alimentare globale. Questo comporta il superamento delle soluzioni a livello superficiale e l’approfondimento delle trasformazioni sistemiche che possono alleviare la dipendenza dalle importazioni alimentari.

Approccio Collaborativo alle Sfide Sistemiche

6.1 Condivisione di Prospettive tra Continenti

Riconoscendo che nessun continente possiede tutte le soluzioni, si promuove un approccio collaborativo. La condivisione di prospettive ed esperienze tra continenti può portare a soluzioni innovative che superano i confini geografici.

6.2 Scambio Multidirezionale di Conoscenze

Il flusso di conoscenze tra continenti deve essere multidirezionale. Le esperienze e le competenze uniche di ciascun continente contribuiscono a un ricco mosaico di soluzioni, favorendo un sistema alimentare globale veramente inclusivo.

Il Ruolo della Comunità Internazionale Bahai

La Comunità Internazionale Bahai svolge un ruolo cruciale nel promuovere discussioni sull’agricoltura, la sicurezza alimentare e la governance globale. Il loro impegno nel principio di unità guida i loro sforzi per contribuire a soluzioni olistiche e sostenibili.

Conclusione

La ricerca di sistemi alimentari giusti, sostenibili e resilienti incarna lo spirito di unità sancito dal principio di unità. Sfidando le assunzioni, abbracciando la collaborazione e riconoscendo i contesti storici, possiamo aprire la strada a un mondo in cui nessuno rimane affamato.

Domande Frequenti

  1. Perché il principio di unità è rilevante per i sistemi alimentari?
    Il principio di unità sottolinea la nostra interconnessione, guidandoci nell’affrontare collettivamente le sfide dei sistemi alimentari.
  2. Come può la collaborazione migliorare i sistemi alimentari?
    Gli sforzi collaborativi mettono in gioco prospettive diverse, favorendo soluzioni innovative che superano le frontiere.
  3. Qual è il ruolo della storia nello plasmare i sistemi alimentari?
    La comprensione delle dinamiche storiche aiuta a correggere gli squilibri e a costruire sistemi alimentari equi.
  4. Qual è il ruolo della Comunità Internazionale Bahai nella sicurezza alimentare?
    L’impegno della CIB nell’unità guida il loro contributo alle discussioni globali su sistemi alimentari sostenibili.
  5. Come possono gli individui contribuire a promuovere sistemi alimentari resilienti?
    Gli individui possono sostenere l’agricoltura locale, ridurre gli sprechi alimentari e sostenere politiche eque per contribuire a sistemi alimentari resilienti.

Come i Templi Bahá’í Arricchiscono la Vita della Comunità: Un’Esperienza Trasformativa in Uganda e Kenya

8 agosto, 2023

Introduzione

Durante le recenti consultazioni presso il Bahá’í World Centre sullo sviluppo delle comunità Bahá’í, alcuni partecipanti che lavorano a stretto contatto con i Templi Bahá’í in Uganda e Kenya si sono seduti con il News Service per un episodio di podcast allo scopo di esplorare le profonde riflessioni su come questi templi arricchiscano la vita delle comunità.

Il podcast presenta Samuel Mwangi, un membro dell’Auxiliary Board del Kenya; Patricia Senoga, un membro dell’Auxiliary Board dell’Uganda; e Charles Anglin, il Direttore del Tempio in Uganda.

Guarda il podcast: https://youtu.be/QQlmfdNxAdg

Il Significato di un Tempio Bahá’í

Il Sig. Anglin ha descritto un Tempio Bahá’í come “un luogo che appartiene alla comunità; un luogo in cui le persone vengono… per riflettere su come servire le loro comunità e pregare insieme”.

Lo Spirito del Tempio Bahá’í che Si Estende alle Comunità

La signora Senoga ha affermato che lo spirito incarnato all’interno di un Tempio Bahá’í si estende ben oltre i suoi confini fisici. La sua influenza penetra nelle comunità circostanti, arricchendo la vita di coloro che potrebbero non avere accesso diretto a un tempio. I principi di servizio e adorazione promossi dai templi Bahá’í hanno il potere di promuovere l’unità, anche in regioni in cui divisioni di lunga data hanno creato barriere tra i vicini.

Il Potere dell’Unità Tra i Bambini

Nel suo racconto, la signora Senoga ha narrato una storia commovente che ha dimostrato il notevole potere dell’unità tra i bambini. Nonostante problemi generazionali abbiano portato a una mancanza di interazione tra gli adulti della comunità, la giovane popolazione ha mostrato un’unità naturale che ha superato ogni barriera. I bambini, senza pregiudizi, giocavano insieme in armonia, fungendo da esempio vivente di come l’unità possa prosperare. Questa osservazione ha offerto speranza e ispirazione agli adulti, innescando un processo di trasformazione.

Trasformazione Attraverso Preghiera e Discussione

Ispirate dall’autentica interazione tra i bambini e dalla visione di un Tempio Bahá’í, le donne della comunità hanno iniziato a pregare insieme e a discutere delle necessità del loro villaggio. Questo sforzo collettivo si è rivelato un catalizzatore per un cambiamento positivo. La signora Senoga si è meravigliata della trasformazione che si è verificata: l’armonia e l’amicizia che ora uniscono la comunità. Questo è stato un testimone del potenziale impatto del Tempio Bahá’í e dei valori che incarna.

Il Ruolo Arricchente dei Templi Bahá’í

I Templi Bahá’í giocano un ruolo fondamentale nell’arricchire la vita della comunità in vari modi. Questi spazi sacri offrono un rifugio sicuro dove le persone possono riunirsi e partecipare a preghiere condivise, favorendo un profondo senso di interconnessione. Oltre alle pratiche spirituali, i templi incoraggiano atti di servizio, spingendo le persone a partecipare attivamente al miglioramento delle loro comunità.

L’Impatto dei Templi Bahá’í in Uganda e Kenya

L’impatto dei Templi Bahá’í in Uganda e Kenya va oltre la semplice importanza religiosa; si estende nel tessuto stesso dell’esistenza comunitaria. Le storie abbondano su come questi templi abbiano influenzato positivamente la vita delle persone, creando un’atmosfera di appartenenza e unità. I Templi Bahá’í sono diventati fari di speranza e compassione, unendo persone di diverse origini e credenze.

Sottolineando Servizio e Adorazione nella Vita della Comunità

Al cuore della Fede Bahá’í sta l’indissolubile legame tra servizio e adorazione. Il concetto di servizio attraverso l’adorazione lega le persone insieme in un senso condiviso di scopo, superando le barriere e promuovendo lo sviluppo della comunità. La combinazione di questi elementi fondamentali aiuta a stabilire una base più solida per comunità fiorenti e coese.

Favorire l’Unità in Comunità Diverse

Il cammino verso l’unità può essere difficile, soprattutto in regioni con divisioni radicate. Tuttavia, l’esperienza condivisa dalla signora Senoga offre speranza e incoraggiamento. L’esempio dato dalla giovane generazione, non gravata dai pregiudizi, dimostra il potenziale dell’unità. Fornendo un’atmosfera di collaborazione e comprensione, i Templi Bahá’í svolgono un ruolo essenziale nel superare le differenze e riunire le comunità.

Conclusione

I Templi Bahá’í in Uganda e Kenya sono testimonianze viventi di unità, servizio e preghiera. Questi spazi sacri hanno superato la loro presenza fisica, arricchendo la vita delle persone e delle comunità al di là dei loro confini. La storia di come una semplice interazione tra bambini abbia portato a un cambiamento trasformativo all’interno di una comunità dimostra l’impatto profondo dei Templi Bahá’í. Essi rappresentano potenti simboli di speranza e ispirazione, guidando le comunità verso un futuro più luminoso.

FAQ

  1. D: I Templi Bahá’í sono aperti a persone di tutte le fedi?
    R: Sì, i Templi Bahá’í accolgono individui di tutte le fedi e credenze, promuovendo uno spirito di inclusività

Video di giovani baha’i del Canada vince concorso internazionale della Fondazione di Tony Blair

8 gennaio, 2012

Quattro giovani baha’i a Guelph, in Ontario (Canada), sono stati premiati per lo sforzo di effettuare un cambiamento positivo nel mondo attraverso un film musicale.

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Tony Blair, Nadim Merrikh and Sahba Shahmohammadloo alla cerimonia di premiazione

Nel dicembre 2011, la Tony Blair Faith Foundation ha dato il video del loro gruppo intitolato “Be the Change You Want to See” (Sii il cambiamento che vuoi vedere) il premio per il miglior video musicale al concorso internazionale. Il gruppo “Rappers Dapper”, composto da Nadim Merrikh, Shayan Majidy, Sahba Shahmohamadloo, Cameron e Blair, che ha approfondito l’amicizia attraverso un corso per i giovani, ha creato alcuni video rap per il web ispirati ai principi e alla storia della Fede Bahá’í. Gli incoraggiamenti ricevuti per i loro primi video ha dato fiducia al gruppo di giovani baha’i a mostrare i sport preferiti,  i cappelli firmati, gli occhiali da sole e cravatte mentre sballavano in rime in varie località della cittadina di Guelph. Il risultato finale fu la loro pluripremiata presentazione video che chiede un’azione personale, non solo parole, per i cambiamenti positivi necessari nella società.

“E ‘difficile determinare esattamente il motivo per il quale ha vinto il nostro video”, ha detto Shahmohamadloo. “Il messaggio del video richiama semplicemente ogni individuo a riflettere su come si possono ottenere atti puri e azioni sincere nella propria vita, e come la vita individuale potrebbe indurre la trasformazione nella loro società. Una simile affermazione colpisce veramente con qualsiasi persona di fede o senza fede “.

Considerati i movimenti sociali e le richieste di cambiamento in tutto il mondo nel corso del 2011, il messaggio di fondo (Sii il cambiamento che vuoi vedere) sembra essere un po’ l’inno per i giovani di oggi. Mentre alcuni intervistatori dei notiziari hanno chiesto se la canzone si identifica con specifici eventi recenti, i Rappers Dapper sono attenti a sottolineare che l’ispirazione per la canzone è venuto attraverso un generale riconoscimento delle potenzialità dei giovani.

E’ disponibile l’articolo completo in lingua inglese e anche il resoconto della cerimonia di uno dei rapper alla cerimonia di premiazione.

Un’altra condanna delle Nazioni Unite per situazione dei diritti umani in Iran

23 dicembre, 2010

Le Nazioni Unite hanno nuovamente votato una forte condanna dell’Iran per la sua violazione dei criteri internazionali dei diritti umani.

Con 78 voti su 45 e 59 astensioni, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha confermato una risoluzione che esprime «profonde preoccupazione per le gravi e continue violazioni dei diritti umani». In oltre 20 anni di risoluzioni di questo genere contro l’Iran, questa delibera è stata approvata con la più alta percentuale di voti. Il comunicato stampa integrale dell’Ufficio stampa baha’i è disponibile in italiano.

La risoluzione esprime specificamente preoccupazione per «l’intensificato attacco contro i difensori dei diritti umani e menziona un eccessivo uso della forza e della tortura», nonché «la diffusa disparità di genere e la violenza contro le donne» e la discriminazione contro le minoranze, compresi i membri della Fede baha’i.

«La comunità mondiale ha parlato chiaramente. È oltraggiata dalle continue e crescenti violazioni dei diritti umani in Iran», ha detto Bani Dugal, il rappresentante principale della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite.

Soddisfatta del risultato, la signora Dugal ha notato che la risoluzione documenta molti tipi di violazioni, dalla tortura all’oppressione delle donne, alla persecuzione delle minoranze. «Tutto questo continua da troppo tempo ed è arrivato il momento che l’Iran dia ascolto all’appello della comunità internazionale e si adegui ai criteri della legge internazionale» ha detto.

Il voto delle Nazioni Unite è coinciso con nuove proteste e condanne in tutto il mondo contro la persecuzione dei baha’i da parte di un gran numero di governi, organizzazioni e personaggi eminenti.

In una dichiarazione del 17 dicembre, il Ministro degli affari esteri canadese, l’onorevole Lawrence Cannon, ha ribadito la profonda preoccupazione del suo paese perché «le autorità iraniane continuano a sottrarsi ai loro obblighi legali nazionali e internazionali».

«Il Governo del Canada è fermamente solidale con il popolo iraniano contro le violazioni dei diritti umani e le discriminazioni, nonché contro il maltrattamento delle donne e delle minoranze», ha detto il signor Cannon.

Numerosi eminenti cittadini indiani hanno recentemente invitato l’Iran a rispettare le proprie minoranze. Fra questi, l’ex vice primo ministro, L. K. Advani, ha chiesto giustizia per i sette dirigenti baha’i. «L’atteggiamento di un paese e di una nazione verso le religioni minoritarie è la cartina di tornasole della sua civiltà», ha detto il 17 dicembre.

Un gruppo di attivisti dei diritti umani sfidano le condizioni atmosferiche nella città tedesca di Mainz il 18 dicembre 2010. La scritta in tedesco dice "Liberate i 7 baha'i"

 

In un dibattito sulla libertà di religione nel Parlamento tedesco, che si è svolto il 17 dicembre, alcuni membri del Parlamento hanno illustrato la situazione dei baha’i in Iran. Il membro del Parlamento Christoph Strässer, portavoce per i diritti umani dei socialdemocratici, ha notato che la comunità baha’i «si è dedicata alla pace e alla tolleranza, sin dal momento in cui è nata…».

Dimostrazioni di piazza sulla situazione dei diritti umani in Iran si sono svolte nelle città tedesche di Francoforte, Wiesbaden, Mainz e Taunusstein.

«Ci siamo qui riuniti per denunciare l’allarmante situazione dei baha’i, dei diritti umani in generale e il clima di timore in cui vivono i baha’i, le donne, i giovani, i blogger e i giornalisti», ha detto Omid Nouripour, membro del parlamento per Francoforte, parlando durante le dimostrazioni nella città, «e protestiamo per dire al mondo che il popolo iraniano ha bisogno del nostro aiuto».

In precedenza la notizia della condanna a dieci anni di carcere ha suscitato un coro di condanne da parte di governi di tutto il mondo, come l’Australia, il Canada, la Francia, la Germania, la Nuova Zelanda, l’Olanda, il Regno Unito, gli Stati Uniti e l’Ungheria. Anche l’Unione Europea e il Presidente del Parlamento Europeo si sono uniti alla proteste, accanto a numerose organizzazioni per i diritti umani, ad altri gruppi e a moltissime persone.

Nel suo rapporto annuale sulla liberà religiosa internazionale, pubblicato in novembre, il Dipartimento di stato americano ha detto che il rispetto del governo iraniano per la libertà religiosa ha continuato a deteriorarsi creando «un’atmosfera intimidatoria per quasi tutti i gruppi religiosi non sciiti, specialmente i baha’i.”

«Il governo degli Stati Uniti ha pubblicamente condannato il trattamento dei baha’i nelle risoluzione dell’ONU», dice il rapporto.

La recente risoluzione delle Nazioni Unite è stata presentata da 42 co-sponsor e approvata in forma preliminare in novembre da un comitato dell’Assemblea generale, con una schiacciante maggioranza di voti contro l’Iran.

Il restauro di un luogo sacro fa luce sulla storia della regione

1 novembre, 2010


L’Assemblea Spirituale nazionale dei Baha’i d’Italia è stata informata che dopo oltre tre anni di lavori di restauro e conservazione, un luogo sacro baha’i offre ora un’immagine del retaggio industriale e spirituale di questa parte della Terra Santa.

Dall’epoca romana fino agli anni ‘20 del XX secolo, i mulini di questa zona, circa due chilometri a sud est della vecchia città di Acca, hanno prodotto farina per nutrire la popolazione locale.

«Era una zona agricola molto importante per la città» spiega Albert Lincoln, segretario generale della Baha’i International Community. «I mulini facevano parte di quello che probabilmente era uno dei massimi complessi industriali della regione. Le prime documentazioni risalgono al 1799, quando una delegazione francese ipsezionò la zona in vista della prevista conquista di Napoleone».

Ma per i baha’i, il luogo ha un’importanza spirituale, soggiunge il signor Lincoln. «È uno dei più bei luoghi sacri legati alla presenza di Baha’u’llah in Terra Santa alla fine del XIX secolo».

Nel 1875, otto anni dopo che Baha’u’llah era stato internato nella colonia penale di Acca, Suo figlio ‘Abdul-Baha prese in affitto un’isoletta formata da due canali ricavati dal fiume Na’mayn per alimentare alcuni mulini ad acqua. ‘Abdu’l-Baha vi creò un ameno giardino per il padre esule e prigioniero da oltre vent’anni. Baha’u’llah chiamò il giardino «Ridvan», che significa paradiso.

Una bonifica per combattere la malaria e ricavare terreno coltivabile eseguita negli anni ’30 e ’40 ha privato il giardino della sua caratteristica insularità. Ma ora, con il restauro dei canali, il Giardino di Ridvan è ritornato a essere un’isola. Questa settimana, circa 280 baha’i, provenienti da paesi come la Mongolia, il Ruanda ed El Salvador, sono stati i primi pellegrini che hanno visitato il sito dopo il 2007.

Una «verde isola»

Dopo che ‘Abdu’l-Baha ebbe comperato l’isola, i pellegrini che venivano dall’Iran e da paesi confinanti acquistarono arbusti, alberi e piante da fiori per adornare le aiuole. Duranti i lunghi viaggi alcuni dei viaggiatori patirono la sete per dare acqua alle piante.

Quando ebbe maggiore libertà di movimento, Baha’u’llah fece visita al giardino. Ci andava spesso e talvolta vi Si fermava la notte in una modesta casa sull’isola.

Il luogo acquisì notorietà anche al di fuori della comunità baha’i. Laurence Oliphant, scrittore britannico che lo visitò nel 1883, osservò: «Quando ad un tratto ci si arriva è come scoprire un paesaggio di fiaba… Sul corso d’acqua sorgono salici piangenti e il luogo, ricco di acque, di ombra e di profumi di gelsomini e di zagare, è un rifugio ideale contro la calura estiva».

Servendosi di fotografie e descrizioni storiche, un’equipe internazionale di architetti e ingegneri ha restituito al giardino di Ridvan le sue caratteristiche originarie, assistita dalle Autorità israeliane preposte alle antichità che hanno fornito una sovrintendenza conservativa dell’intero sito ed eseguito parte dei lavori.

«Il nostro compito era ricostruire l’isola com’era ai tempi di Baha’u’llah», dice Khosrow Rezai, rappresentante dell’equipe che ha sovrinteso al progetto. «Perciò abbiamo dovuto cercare e scoprire tutti i documenti storici che potessero dirci come era l’isola in modo da poterla riportare in vita».

I due canali sono stati nuovamente scavati ai due lati del giardino dove si trovavano originariamente fino ai mulini ad acqua, alcuni dei quali sono stati restaurati. «Abbiamo trovato una falda freatica a 40 metri di profondità e la usiamo per alimentare i canali», dice il signor Rezai. «Ma la configurazione dei canali dà l’impressione che l’acqua provenga ancora dai monti e scorra verso il mare».

Ora che la configurazione originaria del giardino è stata ripristinata, i pellegrini hanno l’esperienza di un rifugio spirituale. «Abbiamo cercato di ricreare, nei limiti del possibile, la tranquillità del giardino creato da ‘Abdu’l-Baha per offrire a Baha’u’llah un luogo di riposo», dice il signor Rezai. «La vista dell’acqua è un sensazione straordinaria. La si attraversa, se ne sentono il profumo e il rumore. Si spera di trasmettere la stessa felicità e la stessa gioia che ne traeva Baha’u’llah».

Albert Lincoln concorda che il restauro ha trasformato radicalmente l’atmosfera del luogo. «Essendo un religione nata in tempi storici, e non archeologici, abbiamo avuto la possibilità di fare un autentico lavoro di restauro e di ricreare con notevole precisione la sensazione che se ne traeva ai tempi in cui Baha’u’llah vi Si recava di persona. Egli la chiamava la «Nostra verde Isola» e scrisse alcune belle pagine nelle quali descrive Se Stesso seduto nel giardino circondato dalle acque.

«In un passo, Baha’u’llah dice che Si trovava nel giardino rallegrato da “rivoli scorrenti, e alberi lussureggianti, e la luce del sole . . . frammezzo”. La descrizione prosegue con altri dettagli di vita all’aperto, sole, vento, acqua, eccetera», dice entusiasta il signor Lincoln.

Uno straordinario luogo sacro

A sud di questo sito si profila all’orizzonte il Monte Carmelo, sede del Mausoleo del Bab e delle sue monumentali terrazze con giardini. Nel 2008 l’UNESCO li ha dichiarati Patrimonio mondiale dell’umanità assieme al Mausoleo di Baha’u’llah e ai suoi dintorni a nord del giardino di Ridvan.

Ma il Giardino di Ridvan è unico fra i luoghi santi baha’i, dice il signor Lincoln. «Negli altri, i giardini circondano edifici e strutture. Qui, l’intero luogo sacro è un giardino, e un giardino molto più intimo degli altri.

«Con queste opere di conservazione e con il restauro dei mulini, l’intero luogo parla delle radici storiche della Fede baha’i in questa terra e ora queste origini si sono legate con la storia del paese».

fonte: www.NotizieBahai.it

sito ufficiale baha’i Vietnam

18 novembre, 2009

La comunità bahá’í del Vietnam è stata ufficialmente riconosciuta dal nostro del Vietnam il 14 luglio 2008. Il sito ufficiale della comunità www.bahai.org.vn è stato lanciato nell’aprile 2009 con il proposito  di aiutare i vietnamiti a leggere gli insegnamenti della Fede bahá’í da qualsiasi parte del mondo.

Situazione dei diritti umani dei bahai in Iran nell’agenda del Parlamento Europeo

25 ottobre, 2009

Il Parlamento Europeo ha messo la situazione dei diritti umani in Iran nell’agenda della sua ultima sessione plenaria, che ha avuto luogo a Strasburgo dal 19 al 22 ottobre u.s.

Il tema è stato esaminato il 22 ottobre assieme ad altri problemi di infrazioni dei diritti umani, della democrazia e della Legge riguardanti la Guinea e lo Sri Lanka. La risoluzione, adottata a maggioranza di voti nella sessione plenaria, menziona i bahá’í specificamente in due paragrafi.

Nel preambolo osserva che «sette dirigenti della fede baha’i continuano a essere detenuti, trattenuti soltanto a causa delle loro convinzioni religiose». Nei paragrafi operativi, che esprimono una specifica preoccupazione e un invito all’azione, il Parlamento Europeo «rinnova il proprio appello alle autorità iraniane ad attenersi agli obblighi del governo di rispettare le minoranze religiose e a liberare subito i dirigenti baha’i Fariba Kamalabadi, Jamaloddin Khanjani, Afif Naeimi, Saeid Rasaie, Mahvash Sabet, Behrouz Tavakkoli e Vahid Tizfahm».

Nel sito del Parlamento Europeo è disponibile il testo provvisorio della risoluzione.

A San Leo simposio spirituale con esponenti del libero pensiero

20 agosto, 2009

icona-il-resto-del-carlinoDurante l’evento, che si concluderà con lo spettacolare incendio della fortezza, s’incontreranno tradizione e nuovi sentieri, anche attraverso un grande simposio spirituale con i massimi esponenti del libero pensiero.

Nella giornata di Domenica 23 agosto 2009, incentrata sulla spiritualità, per la prima volta viene ospitato un Simposio dal titolo ‘Questioni di Spirito: le ragioni di uniniziazione’. Si tratta di un incontro e non confronto, con quattro diverse tavole rotonde nel corso della giornata alle quali siederanno esperti di religione, filosofie, istituzioni laiche, esponenti del libero pensiero nel nome del rispetto nella diversit.

Il tavolo che inaugura la giornata alle 10 dove tutte le religioni sono invitate, accoglie esponenti religiosi in rappresentanza di Cristianesimo, Buddhismo, Hinduismo, Sufismo, Bahai, Islam, Ebraismo. Negli incontri del pomeriggio siederanno le associazioni e istituzioni laiche, selezionate fra le più autorevoli in Italia (alle 15), i liberi pensatori che si sono distinti nel tema della ricerca spirituale (alle 17), per concludere alle 19 con l’incontro fa i rappresentanti dello spiritual web e social network di settore, che rappresentano un vero microcosmo e un sicuro riferimento e ritrovo per gli interessati.

Intervista radio: la situazione dei baha’i in Iran

19 agosto, 2009

logo-eco-radioL’intervista di Monica Mastroianni, giornalista di Ecoradio, una radio romana nata nel 2004 «con il fine di realizzare un network dedicato ai valori universali dell’ambiente, della pace, della qualità del vivere, dei diritti umani e civili interconnessi a quelli di tutti gli esseri viventi».

Sarà trasmessa sabato 22 agosto 2009 alle ore 19-20 e replicata domenica 23 agosto alla stesa ora e sara disponibile on-line.

L’intervista, che fa parte di un programma dedicato ad Amnesty International, intende chiarire la situazione dei bahá’í in Persia in questi giorni e in particolare la vicenda dei sette Amici in Iran.

Quotidianamente Ecoradio diffonde programmi radiofonici d’impegno, cultura, informazione ed intrattenimento, stimolando analisi e consapevolezza delle crescenti minacce che gravano sul Pianeta Terra ma anche delle straordinarie opportunità che l’uomo può guadagnarsi scegliendo modelli di produzione e consumo eco-sostenibili, in altri termini adottando uno stile di vita etico

comunicato stampa: Rinviato il processo dei sette dirigenti baha’i imprigionati

17 agosto, 2009

Ginevra. 17 agosto 2009. La Bahá’í International Community ha appreso oggi che il processo dei sette dirigenti bahá’í imprigionati in Iran è stato rinviato al 18 ottobre.

Secondo Diane Alá’í, rappresentante della Bahá’í International Community presso le Nazioni Unite di Ginevra, il tribunale ha deciso di rinviare l’udienza di due mesi dopo aver ricevuto una richiesta di rinvio del processo dai signori Hadi Esmaielzadeh e Mahnaz Parakand, due avvocati del centro dei difensori dei diritti umani che rappresentano i sette bahá’í.

I due membri principali del gruppo di legali, il premio Nobel signora Shirin Ebadi e il signor Abdolfattah Soltani, non erano in grado di partecipare all’udienza, perché la signora Ebadi è all’estero e il signor Soltani è in prigione, dato che è stato arrestato il 16 giungo u.s. sulla scia dei disordini successivi alle elezioni presidenziali in Iran.

«La nostra speranza è che i nostri correligionari siano rimessi in libertà su cauzione», ha detto la signora Alá’í.

I sette prigionieri bahá’í sono la signora Fariba Kamalabadi, il signor Jamaloddin Khanjani, il signor Afif Naeimi, il signor Saeid Rezaie, la signora Mahvash Sabet, il signor Behrouz Tavakkoli e il signor Vahid Tizfahm. Sei di loro sono stati arrestati il 14 maggio 2008 nelle loro case a Teheran. Solo la signora Sabet è stata arrestata il 5 marzo 2008 mentre si trovava a Mashhad. I sette sono da allora stati trattenuti nel carcere di Evin (Teheran) senza aver ricevuto accuse formali e senza potere mettersi in contatto con i loro legali.

Notizie da fonti ufficiali iraniane hanno detto che i sette saranno accusati di «spionaggio a favore di Israele, insulti contro la santità della religione e propaganda contro la Repubblica Islamica»

La Bahá’í International Community smentisce categoricamente tutte le imputazioni contro i sette e sostiene che essi sono stati arrestati unicamente per persecuzione religiosa.