28 novembre: ascensione di ‘Abdu’l-Bahà

(…) Due mesi prima del trapasso raccontò alla famiglia un sogno che aveva fatto. «Mi sembrava», disse, «di trovarMi in una grande moschea, nel sancta sanctorum, di fronte alla Qiblih, nel posto dell’Imám. Vidi una gran folla affluire alla moschea. Più e più persone vi si affollarono e presero posto allineandosi dietro di Me, finché vi fu una grande moltitudine. In piedi cantai l’invito alla preghiera. D’un tratto mi venne l’idea di uscire dalla moschea. Quando fui fuori, dissi fra Me e Me: “Per quale ragione sono uscito senza guidare la preghiera? Ma non importa: ora che ne ho pronunciato l’Invito, la vasta moltitudine la canterà da sola”». (…)

Un mese prima della Sua morte (che ebbe luogo nel suo settantottesimo anno d’età, nelle prime ore del 28 novembre 1921) Egli vi fece espresso riferimento, nelle parole di incoraggiamento e di conforto che rivolse a un credente che piangeva la perdita del fratello. (…)

Fino all’ultimo giorno della Sua vita terrena ‘Abdu’l-Bahá continuò a prodigare lo stesso amore ai potenti e agli umili, a porgere la stessa assistenza ai poveri e agli oppressi e a svolgere le stesse incombenze al servizio della Fede di Suo Padre, così come aveva sempre fatto fin dai giorni dell’infanzia. Il venerdì precedente il Suo trapasso, nonostante la grande stanchezza, partecipò alla preghiera del mezzogiorno nella moschea e poi distribuì l’elemosina ai poveri com’era solito fare. Dettò poi alcune Tavole, le ultime che rivelò; benedisse le nozze di un fedele servitore che Egli aveva voluto avessero luogo quel giorno e partecipò al consueto incontro degli amici nella Sua casa. Il giorno seguente Si sentì febbricitante e la domenica, non essendo in grado di uscire di casa, mandò tutti i credenti alla Tomba del Báb, perché partecipassero alla festa offerta da un pellegrino parsi in occasione dell’anniversario della Dichiarazione del Patto. (…)

All’una e un quarto del mattino Si alzò e andò fino a un tavolo nella Sua stanza, bevve un sorso d’acqua e tornò a letto. Poco dopo chiese a una delle due figlie che erano rimaste sveglie per assisterLo di tirar su le tende di rete, lamentandoSi d’aver difficoltà di respiro. Gli fu portata un po’ d’acqua di rose che bevve, poi Si distese nuovamente e quando Gli offrirono da mangiare, osservò distintamente: «Volete che prenda del cibo mentre me ne vado?». Un minuto dopo il Suo spirito era volato nella Sua eterna dimora, per essere finalmente unito alla gloria del Suo diletto Padre e gustare la gioia del perpetuo ricongiungimento con Lui.

Fonte: “Dio passa nel mondo”, Shoghi Effendi, Casa Editrice Baha’i

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