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Gli inviti del Signore degli Eserciti

11 agosto, 2008

Gli anni successivi all’arrivo di Bahá’u’lláh in Adrianopoli videro la Sua Rivelazione raggiungere, nelle parole di Shoghi Effendi, «l’apice della gloria» con la proclamazione del messaggio del suo Fondatore ai re e ai governanti del mondo.

Durante questo periodo relativamente breve ma turbolento della storia della Fede e nei primi anni del Suo successivo esilio nella cittadella di ‘Akká nel 1868, Egli invitò i monarchi dell’Oriente e dell’Occidente collettivamente, e alcuni di loro personalmente, a riconoscere il Giorno di Dio e ad accettare il Promesso delle scritture delle religioni professateda coloro che ricevettero il Suo invito. «Mai, sin dall’inizio del mondo», dichiara Bahá’u’lláh, «il Messaggio è stato proclamato così apertamente».

Il presente volume raccoglie la prima traduzione completa autorizzata di questi importanti scritti. Fra loro vi è la Súriy-i-Haykal, la Sura del Tempio, una delle più stimolanti opere di Bahá’u’lláh. Originariamente rivelata durante l’esilio adrianopolitano, fu poi riveduta dopo il Suo arrivo in ‘Akká. In questa versione Egli incluse i messaggi da Lui indirizzati ad alcuni potentati – il papa Pio IX, Napoleone III, lo zar Alessandro II, la regina Vittoria e Náṣiri’d-Dín Sháh.

Uno degli scritti che formano la Súriy-i-Haykal merita una speciale menzione. La Lawḥ-i-Sulṭán, la Tavola a Náṣiri’d-Dín Sháh, la più lunga delle epistole di Bahá’u’lláh a un singolo sovrano, fu rivelata nelle settimane immediatamente precedenti il definitivo esilio ad ‘Akká. Fu poi consegnata al monarca da Badí‘, un giovane di diciassette anni, che aveva supplicato Bahá’u’lláh di concedergli l’onore di prestare qualche servizio. Le sue imprese gli procurarono la corona del martirio e immortalarono il suo nome.

La Tavola contiene il famoso passo che descrive le circostanze nelle quali la chiamata divina fu trasmessa a Bahá’u’lláh e l’effetto che produsse. Anche qui troviamo la Sua inequivocabile offerta di incontrare il clero musulmano alla presenza dello Scià e di fornire qualsiasi prova della nuova Rivelazione essi considerassero definitiva, una prova della chiara disonestà spirituale di coloro che pretendevano di essere gli autorevoli fiduciari del messaggio del Corano.

La raccolta comprende anche la prima traduzione completa della Súriy-i-Mulúk o Sura dei re, che Shoghi Effendi ha definito «la più importante Tavola rivelata da Bahá’u’lláh, nella quale Egli rivolse, per la prima volta, le Sue parole alla schiera dei monarchi dell’Oriente e dell’Occidente collettivamente». Essa spiega il carattere della Sua missione e il criterio di giustizia che deve governare l’esercizio del loro potere in questo Giorno di Dio.

In una Tavola il cui originale è andato perduto, Bahá’u’lláh aveva già condannato con le parole più severe il malgoverno del sultano ottomano ‘Abdu’l-‘Azíz. Questo volume include altre tre Tavole rivolte a due ministri del Sultano, la cui egoistica e spregiudicata influenza ebbe un importante ruolo nei successivi esili di Bahá’u’lláh. La Súriy-i-Ra’ís, indirizzata ad ‘Alí Páshá, il primo ministro ottomano, fu rivelata nell’agosto 1868 mentre gli esuli venivano trasferiti da Adrianopoli a Gallipoli e denuncia senza mezzi termini l’abuso di potere compiuto dal ministro. La Lawḥ-i-Ra’ís, anch’essa contenente passi indirizzati ad ‘Alí Páshá, fu rivelata poco tempo dopo l’incarcerazione di Bahá’u’lláh nella cittadella di ‘Akká e include un’agghiacciante descrizione del carattere del ministro.

La terza Tavola, la Lawḥ-i-Fu’ád, rivelata nel 1869 poco tempo dopo la morte di Fu’ád Páshá, il ministro ottomano alle cui macchinazioni essa si riferisce, descrive le conseguenze spirituali dell’abuso di potere e predice l’imminente caduta del suo collega ‘Alí Páshá e il rovesciamento del sultano, profezie che furono ampiamente diffuse e il cui drammatico adempimento accrebbe molto il prestigio del loro Autore.

Ora che l’influenza di Bahá’u’lláh sta penetrando più a fondo nella vita della società in tutto il mondo, sembra giusto mettere il testo completo di queste grandi Tavole a disposizione di un pubblico più vasto.

Esprimiamo ai comitati che hanno avuto l’incarico di eseguire e rivedere le traduzioni la nostra profonda gratitudine per la sensibilità con cui hanno condotto a termine il loro compito.

I bahá’í riconosceranno importanti passi di molte Tavole che sono stati presentati all’Occidente da Shoghi Effendi. Le sue traduzioni inglesi dei Testi sacri bahá’í costituiscono un durevole modello per gli sforzi di coloro che affronteranno la sfida di rendere validamente in lingua inglese questi tesori della Fede.

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